Uno dei miei ricordi di bambina e’ proprio lo sciroppo al tamarindo a casa della mia nonna Tina 🙂
Chiaramente era quello industriale, nero nero e super super zuccheroso.
Durante le vacanze di Natale avevo visto che l’assortimento di frutta al supermercato si era ampliato sulla frutta esotica e avevo notato un cestino con i baccelli di tamarindo, ma non sapendo come usarli non li ho presi.
Poi mia mamma qualche giorno dopo va a fare una passeggiata con i miei bimbi e mi tornano a casa con un libro intitolato La cucina dell’Africa nera (di Penda Thiam), lo sfoglio e trovo la ricetta del Succo di Tamarindo!
Coincidenza? Forse! Ma intanto sono corsa a prendere i semi perchè non so se nelle settimane prossime saranno ancora disponibili.
La scatolina conteneva 250 grammi di prodotto, che si presentava cosi’
I gusci in realta’ sono secchi, molto sottili e semplici da togliere
Ho sbucciato tutti i frutti, e li ho pesati: come vedete 158 grammi sul totale dei 250.
Quindi ho aggiunto 10 volte il loro peso in acqua
e li ho lasciati a macerare un’ora.
Quindi li ho snocciolati e ho schiacciato la polpa con le mani, e’ molto semplice i semi sono grandi e molto duri, e’ semplice trovarli con le mani in mezzo alla polpa che grazie all’acqua sara’ molto ammorbidita.
Ho quindi filtrato e aggiunto una bustina di vanillina e 300 grammi di zucchero semolato.
A me e’ piaciuto, l’ho trovato rinfrescante, solo parecchio zuccherato percio’ consiglierei all’assunzione di allungarlo ulteriormente con acqua.
Ripeto qui le dosi per praticita’:
- tamarindo semi 100 g
- acqua 1 l
- zucchero 200 g
- vaniglia 1 bustina
Ed ecco una delle bottiglie 🙂 domani lo faccio assaggiare a mia cugina